Il multuculturalismo afferma che persone di radici diverse possono coesistere e guardare al di là delle frontiere di razza, di lingua, di sesso ed età.
Per Habermas, società multiculturali come gli Usa e la Svizzera dimostrano che non c'è bisogno di ricorrere ad una origine etnica, linguistica e culturale comune a tutti. Tuttavia, negli ultimi tempi, con l'accentuarsi dei nuovi processi migratori, l'Occidente si è collocato fra integrazione e conflitto. Si sono delineati nuovi fondamentalismi politici e religiosi che stanno minacciando il confronto fra culture diverse. Da un lato il volto della paura, dall'altro il valore della tolleranza e del rispetto. Quali gli esiti previdibili?
Hanno collaborato a questo volume:
R. Brions (Univ. di Granada), C. Corghi (Reggio Emilia), G. Casadio (Univ. di Salerno), C. Castilla (Univ. di Granada), G. Cognetti (Univ. di Siena), F. Coralli (Roma), F. Dei (Univ. di Pisa), P. De Marco (Univ. di Firenze), A. Drago (Univ. di Pisa), F. Ferrarotti (Univ. La Sapienza, Roma), S. Filatov (Univ. di Mosca), C. Jimenez (Univ. di Huela), M. I. Macioti (Univ. La Sapienza, Roma), C. Migdalis (Salonicco), V. Mihaljevic (Univ. di Zagabria), A. Nesti (Univ. di Firenze), R. Risaliti (Univ. di Firenze), C. Rossetti (Univ. di Parma), O. Salguero (Uan, Città del Messico), S. Scotti (Univ. di Firenze), E. Segre Malagoli (Uam, Città del Messico), Sol Tasrrès (Univ. M. Hernandez), P. Lucà Trombetta (Univ. di Bologna), c. Tsironis (Univ. di Salonicco), R. Yebra (Univ. di Granada).